Soprintendenza archivistica della Sardegna

Comuni

Archivi comunali – precisazioni e prescrizioni ex D. Lgs 42/2004 recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Il 22 maggio 2020 la Soprintendenza archivistica della Sardegna ha inviato a tutti i Comuni dell'Isola una nota in cui si ribadisce la normativa vigente sulla tenuta dell'archivio comunale, anche alla luce dei più recenti aggiornamenti sui professionisti dei beni culturali.

Un utile strumento, sia per gli uffici che per i fornitori di servizi archivistici (archivisti libero-professionisti e società), per un corretto approccio alla materia nel rispetto delle procedure previste.

Archivi comunali – precisazioni e prescrizioni ex D. Lgs 42/2004 recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio. 22 maggio 2020

 

 

 

Natura giuridica e legislazione degli archivi comunali

Gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico sono beni culturali demaniali di per sé e sin dalla loro formazione (D. Lgs 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio, art.10 comma 2, artt. 53-54) e, in quanto tali, sono assoggettati alla disciplina del citato Codice.

Obblighi conservativi a carico dei comuni

Il Codice dei beni culturali e del paesaggio pone a carico dello Stato, delle regioni, delle città metropolitane e dei comuni, l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza, e dunque anche degli archivi comunali, nonché il dovere di favorirne la pubblica fruizione e la valorizzazione, fissandoli nel luogo di loro destinazione nel modo indicato dal Soprintendente archivistico (D. Lgs 42/2004, art.1 comma 3 e art. 30 commi 1 e 2), individuando perciò dei depositi che garantiscano una adeguata conservazione, salubri dal punto di vista igro-climatico e dotati dei necessari presidi di sicurezza antincendio e anti-intrusione.

I medesimi soggetti hanno altresì l’obbligo di conservare i propri archivi nella loro organicità e di ordinarli, di inventariare gli archivi storici costituiti dai documenti relativi agli affari esauriti da oltre 40 anni ed istituiti in sezioni separate, e di trasmettere copia degli inventari e dei relativi aggiornamenti alla Soprintendenza e al Ministero dell’Interno per l’accertamento dell’esistenza e della natura di atti non liberamente consultabili (D. Lgs 42/2004, art.30 comma 4 e art.125).

Strumenti per la gestione documentale

La Direzione generale Archivi ha avviato alcuni anni fa un progetto per la formulazione di proposte e modelli per la riorganizzazione degli archivi dei Comuni. Nell’ambito di tale progetto sono stati elaborati i seguenti strumenti, utili a supportare i processi di riorganizzazione o di revisione della gestione documentale propria di tali enti:

• Linee guida per un manuale di gestione 
• Piano di classificazione (titolario) 
• Piano di conservazione 
• Prontuario per la classificazione 
• Linee guida per fascicoli e serie

Per la documentazione antecedente, classificata secondo il previgente titolario "Astengo", può essere utilizzato come riferimento il Massimario di scarto per i Comuni, a cura della Soprintendenza archivistica per la Toscana, del 1994.

ATTIVITÀ TECNICO SCIENTIFICA DI TUTELA E VALORIZZAZIONE

Per verificare quale sia il Funzionario archivista di Stato di riferimento per ciascun comune, si prenda visione della apposita Tabella

 



Ultimo aggiornamento: 24/10/2023